AREA RISERVATA
Utente
Password
 
 
Ti sei dimenticato la password? CLICCA QUI!
DATA: 16-02-2017 - Tutte
TITOLO: Giorno della Memoria in Lombardia

TESTO:

Martedì 7 febbraio 2017, su iniziativa della Presidenza della Regione Lombardia, si è svolta la cerimonia commemorativa del "Giorno della Memoria" presso l'Aula del Consiglio Regionale di Palazzo Pirelli di Milano. L'U.N.M.S. Lombardia ha partecipato con tutte le sue articolazioni provinciali ed i Labari Associativi. Il momento commemorativo di tutti i Caduti nell'adempimento del dovere ha visto gli interventi del Presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo e quello del Presidente Roberto Maroni. Ha fatto seguito un minuto di silenzio con l'intonazione del Silenzio d'ordinanza con l'attenti del Picchetto d'Onore: Le foto di rito hanno concluso l'importante e significativa manifestazione. Ufficio Stampa UNMS Lombardia. Si riportano di seguito gli interventi integrali del Presidente del Consiglio Regionale e del Presidente Regione Lombardia: - Saluto istituzionale del Presidente Cattaneo - Porgo il mio benvenuto alle autorità civili e militari, ai rappresentanti delle diverse associazioni, ai parenti delle vittime, a tutti i presenti. La regione Lombardia, prima in Italia, riconoscendo l'alto valore civile e morale dei Servitori della Repubblica caduti nell'adempimento del dovere, ha istituito nel 2004 questa Giornata della memoria per commemorare ogni anno le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni altra forma di criminalità. L'Assemblea regionale, unanimemente, ha voluto richiamare al dovere della memoria di coloro che sono morti mentre contribuivano alla costruzione del bene comune, in difesa della società libera e democratica in cui abbiamo la fortuna di vivere. Alle Istituzioni si affiancano le diverse Associazioni che con la loro opera contribuiscono a difendere dall'ingiuria del tempo e a trasmettere ai giovani il patrimonio prezioso della memoria. La giornata del 6 febbraio (eccezionalmente spostata ad oggi) è stata scelta in ricordo di quel giorno del 1977, in cui perirono a Dalmine, sotto il fuoco della banda Vallanzasca, due agenti di polizia, tra cui il Maresciallo Luigi D'Andrea. Qui con noi, anche quest'anno, c'è la vedova del maresciallo D'Andrea, la Signora Gabriella Vitali, che saluto con viva cordialità. La stessa vicinanza voglio esprimere anche ai familiari del vigile urbano Nicolò Savarino, e dell'Appuntato dei carabinieri Giovanni Sali, assassinati in circostanze diverse, entrambi in modo efferato e vigliacco. Sorte simile è toccata la settimana scorsa, giovedì sera per la precisione, all'agente della stradale Francesco Piscedda, morto a seguito di un inseguimento, cadendo da un cavalcavia della Superstrada 36 a Colico. La cerimonia di oggi, solenne e nel contempo semplice, non è un mero adempimento amministrativo, ma un vero e proprio ringraziamento a chi ha offerto la propria vita per la nostra sicurezza. Quei Servitori della repubblica che svolgono quotidianamente un compito fondamentale e delicato al servizio delle nostre comunità. Donne e uomini capaci di sacrificare la propria vita a vantaggio della società nel nome di un dovere civile. Quelli che son caduti nell'adempimento del dovere non vogliamo ricordarli solo come vittime, ma anche e soprattutto come persone che hanno vissuto, che hanno amato, che avevano una famiglia, degli affetti, prima di essere uccisi per mano criminale. Dobbiamo ricordarli illuminandone i volti e non semplicemente trattarli come vittime. Certo i questa cerimonia vi è anche il tentativo di riparare, attraverso una vicinanza umana e civile, il dolore che voi familiari avere sofferto. Il silenzio che osserveremo insieme ci ricorda lo sfregio della violenza e il dolore patito, ci richiama alla solidarietà e alimenta la sempre viva domanda di verità e giustizia. Perché è un diritto avere giustizia, avere pene certe per gli assassini, come nel caso del carabiniere Giovanni sali, trucidato vigliaccamente in una strada di Lodi, di cui non si conoscono ancora gli assassini. La nostra gratitudine dunque sia pari alla nostra determinazione, perché il loro sacrificio si accompagni davvero alla dimostrazione che tutto questo è servito a cambiare in meglio le cose: Solamente così la loro testimonianza, diventa monito e sprone per l'impegno di ognuno nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Grazie. Intervento del Presidente Maroni - Signor Presidente del Consiglio, Colleghi Consiglieri, Assessori, Autorità civili e militari: sono lieto di presenziare oggi a questa cerimonia in occasione della "Gionata della memoria per i servitori della Repubblica caduti nell'adempimento del dovere", che la nostra Regione ha istituito con legge regionale n. 10 del 3 maggio 2004. Con questa legge, la Lombardia si è impegnata a dare un segno concreto di vicinanza ai Servitori della Repubblica e a testimoniare la nostra volontà di non dimenticare quanti di loro sono caduti vittime del terrorismo, della mafia e di ogni altra forma di criminalità. Il loro ricordo non deve essere una mera formalità, ma un atto voluto, sentito e condiviso da parte del mondo delle istituzioni. Queste persone hanno trovato la morte mentre svolgevano il loro dovere, dando il loro fondamentale contributo alla costruzione del bene comune. Oggi commemoriamo il loro sacrificio rendendo onore al loro spirito di sacrificio e alla loro abnegazione. Purtroppo, i recenti fatti di cronaca ci hanno testimoniato quanto bisogno ci sia ancora del loro coraggio e dei loro valori. Mi riferisco in particolare a Francesco Piscedda deceduto mentre si stava battendo contro un criminale la scorsa settimana. Le >Forze dell'Ordine sono un baluardo della nostra democrazia e della nostra convivenza civile. Sono un baluardo contro chi vuole sostituire le regole con il sopruso e la prepotenza. La criminalità organizzata è una minaccia costante della nostra società, che erode alla base il nostro senso di giustizia e il nostro Sato di diritto. Da Ministro dell'Interno ho potuto toccare con mano la dedizione di quanti hanno dedicato la loro vita al suo contrasto. Persone di alto valore civile e morale, che hanno scelto di servire la collettività indossando la divisa per tutelare la nostra sicurezza. Qui presenti oggi ci sono i familiari dell'agente di Polizia urbana Nicolò Savarino, del carabiniere Giovanni Sali, e la signora Gabriella Vitali, moglie del poliziotto Luigi D'Andrea. Il mio pensiero in questo momento è rivolto soprattutto a loro e al loro dolore. Il gradimento espresso da parte del popolo lombardo - e del popolo italiano - per l'operato delle Forze dell'Ordine è sempre stato costante, ed è il miglior riconoscimento alla loro memoria. Come Regione Lombardia abbiamo cercato di dare un segno tangibile delle nostra vicinanza alle vittime e ai loro familiari con la legge n. 6 del 2015 detta "Sicurezza e legalità". Tra le disposizioni contenute nel testo ci sono interventi a sostegno delle vittime dei reati di stampo mafioso e della criminalità organizzata, per gli interventi di assistenza e aiuto ai familiari delle vittime, e, infine, per le iniziative per la diffusione della cultura della legalità. Una sola giornata non può bastare per onorare il sacrificio di chi ha messo la propria vita a disposizione delle Istituzioni e degli altri. Ogni giorno dobbiamo - tutti insieme - essere fieri di chi serve le Istituzioni e difende la nostra democrazia. Grazie. Ufficio Stampa UNMS Lombardia

� Indietro